Bitcoin (BTC) è sceso sotto il livello di $ 40.000 durante il fine settimana e ha continuato a indebolirsi con l'aggravarsi della crisi in Rosso-Ucraina e i timori di una possibile invasione russa dell'Ucraina hanno spinto alcuni analisti a prevedere che la criptovaluta più grande potrebbe scivolare verso il livello chiave di $ 30.000. Contemporaneamente l'oro ha raggiunto il livello più alto da giugno.
Da sei giorni consecutivi Bitcoin ha visto scendere il suo valore, toccando un minimo di $ 36.372 martedì dopo che il Presidente russo Vladimir Putin ha deciso di riconoscere le due autoproclamate repubbliche separatiste nell'Ucraina orientale. Anche altre importanti criptovalute hanno perso valore: Ethereum in calo fino al 2,9% e XRP in calo fino al 6,7%.
John Roque di 22V Research ha affermato che Bitcoin , nonostante sia da molti indicato come un bene rifugio in momenti di crisi, si sia via via indebolito nei giorni in cui la crisi Russia-Ucraina-Stati Uniti si è aggravata e che stia sottoperformando rispetto al suo "nemico", l'oro.
Secondo Roque Bitcoin Bitcoin potrebbe scivolare sotto i 30.000$, un livello che non vedeva da luglio, poiché i trader sembrano in questo momento preferire l'oro, spingendo potenzialmente i metalli preziosi a un massimo storico.
Anche Antoni Trenchev, co-founder e Socio Amministratore di Nexo crede che "l'incapacità di Bitcoin di tenere i $ 40.000 in questo periodo di tensioni in Ucraina significa che $ 30.000 sono di nuovo in gioco".
Secondo Trenchev "la geopolitica, per ora, ha sostituito l'inflazione come motore principale sia dei tradizionali che delle criptovalute mercati".
Katie Stockton, fondatrice di Fairlead Strategies, ha affermato che anche l'analisi tecnica in questo momento è a sfavore di Bitcoin: BTC, che è già scambiato al di sotto di un livello di supporto a lungo termine di circa $ 37.400, dovrebbe affrontare il suo prossimo test tecnico chiave a $ 27.200.
L'Europa rischia di più della Russia in caso di sanzioni
Già prima di questa crisi i mercati petroliferi erano rigidi sulla base di domanda e offerta ma le minacce di sanzioni alla Russia aumentano di molto i fattori di rischio globali: è probabile che con le sanzioni il petrolio possa raggiungere anche i $ 150 dollari al barile mentre i prezzi del gas naturale in Europa sono già a 150 € per eventuali sanzioni sul gas russo potrebbero arrivare anche a toccare 300 euro
L'Europa potrà davvero permettersi sanzioni alla Russia con questo rischio?
Quale sarebbe l'impatto di una guerra Russia-Ucraina sul mercato del gas in Europa?
La Russia ha le più grandi riserve mondiali di gas naturale e da oltre 50 anni l'Europa viene rifornita dal gas russo: oggi la Russia di Vladimir Putin fornisce all'Europa circa il 40% del suo gas naturale.
Secondo l'Oxford Institute for Energy Studies, nel 2021, il 22% del gas consegnato dalla Russia all'Europa - inclusa la Turchia - è passato attraverso l'Ucraina.
I timori di analisti e investitori riguardo ciò che sta accadendo in Ucraina si stanno traducendo in un rialzo dei prezzi del gas negli hub olandesi e britannici: il prezzo del gas naturale, infatti, è schizzato all'hub olandese Ttf dell'8,17% (a 83,75 euro/Kwh) mentre anche nell'hub britannico sono in rialzo del 7,58%.
Cosa succede quindi in caso di pesanti sanzioni verso la Russia?
L'Europa teme che in caso di conflitto si veda costretta a rinunciare a oltre il 30% di metano che arriva dalla Russia proprio attraverso l'Ucraina e si tratta di un pericolo assolutamente reale.
Nel breve-medio periodo, inoltre, a causa del green deal l'Europa vedrà diminuire la propria produzione e, quindi, aumentare la propria dipendenza dalle forniture russe.
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